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Raramente scriviamo delle nostre attività, ma questa volta ci sembra doveroso per il rispetto che portiamo ai nostri cani.

Da un mese abbiamo tra le nostre file un whippet di 2 anni;
un bravo cane che, però, da un anno è sotto cura di Fuoxetina.

La famiglia ci ha riferito che tutto nacque un anno fa quando il cane, durante la loro assenza a casa, aveva fatto alcuni danni.
Per correre ai ripari ed evitare altri problemi futuri i proprietari si rivolsero ad un veterinario comportamentalista, figura professionale cercata per risolvere la problematica; dopo una prima visita fatta a casa viene prescritta come cura la fuoxetina, con un dosaggio minimo che piano piano sarebbe salito (in base a dei video mandati dal proprietario), fino ad arrivare ad una compressa al giorno; non ci sono state altre visite o controlli, tutto via messaggi.
Il cane dopo alcuni mesi sembrava tranquillizzarsi, quindi iniziarono ad abbassare il dosaggio, fino a quando, una sera, rimasto solo in casa torna a fare dei danni alla porta; ennesima diagnosi al telefono e nuovamente dosaggio innalzato, senza interrogarsi realmente del perché il cane avesse tali comportamenti.

Nel frattempo, per dei passa parola, il cane arriva da noi il mese scorso;
iniziamo un percorso fatto di regole sociali, di leadership, di controllo, di rispetto e di relazione, che nessuno aveva mai spiegato alla famiglia.

Chiediamo inoltre di parlare con il veterinario e di cominciare nuovamente il protocollo per togliere il farmaco.
Nel frattempo insegniamo a giocare con il cane, insieme ad andare in giro senza patemi, insegniamo come imparare ad aspettare il rientro della famiglia.





Abbiamo aspettato per parlarvi di Javì perché abbiamo aspettato il consenso del proprietario, che oggi ci ha detto di essere molto contento perché finalmente ha visto dei risultati tangibili sul cane con solo un mese di lavoro e che è molto soddisfatto di come sta andando anche il loro rapporto a casa; Javì, parole sue, è completamente un altro cane rispetto a prima di incontrarci.

Tutto ciò lo riportiamo perché continuiamo a non capire l’uso di farmaci per “correggere” dei comportamenti sbagliati, basta solo metterci impegno con cane e famiglia e lavorare seriamente; senza uso di “pillole magiche”.
Manca la voglia di valutare il cane, le sue doti, il contesto in cui e come vive; essenziale se si vuole rendere sereno un compagno di vita.